La prescrizione dell’occhiale che viene rilasciata al termine di una visita indica se è stato rilevato un effettivo difetto visivo che necessita di essere corretto con l’occhiale o con la lente a contatto.
E’ divisa in due parti, una per l’occhio destro (OD) e una per l’occhio sinistro (OS) e viene suddivisa in tre sezioni:
- A DISTANZA: per leggere da lontano
- PER LETTURA: per leggere da vicino
- A PERMANENZA (correzione che deve essere sempre in uso, per tutte le distanze a cui si guarda, che riporta quasi sempre le stesse indicazioni di quello per distanza)
Queste sezioni vengono divise in:
- SFERA (SF)
- CILINDRO
- ASSE
Se nello spazio SFERA (SF) compare una cifra col segno “-“, il soggetto è miope; se la cifra ha il segno “+” è ipermetrope. La cifra indica la gradazione della lente necessaria a correggere il difetto.
Se la casella CILINDRO (CIL) è occupata, allora anche la successiva, ASSE, deve essere compilata con una cifra che va da 0 a 180, ovvero i gradi d’orientamento che deve possedere la lente per assolvere appieno alla sua funzione correttiva. In questo caso il paziente è astigmatico.
l’ASTIGMATISMO può avere segno “-“(ASTIGMATISMO MIOPICO) O “+” (ASTIGMATISMO IPERMETROPICO).
Sopra queste tabelle sono presenti due semicerchi dove vengono graficamente indicati gli assi dell’astigmatismo.
Accanto al semicerchio dell’occhio sinistro troviamo due diciture: TABO o INTER. (internazionale) che si riferiscono sempre e solo per occhio sinistro. Personalmente uso SEMPRE il sistema TABO, usato in tutto il mondo.
Importante da sapere:
i gradi degli occhiali NON sempre corrispondono a quelli delle lenti a contatto (per correzioni superiori alle 4 Diottrie). Per i miopi le diottrie saranno inferiore, per gli ipermetropi, maggiori nelle lenti a contatto rispetto agli occhiali.
È perciò sempre consigliabile portare direttamente il foglio della prescrizione oculistica all’ottico, il quale provvederà alla conversione della correzione per occhiali alla correzione per le lenti a contatto.
L’ottico si occuperà anche della misurazione della distanza pupillare o PD, distanza tra le due pupille quando si guarda dritto in avanti, che è una misura necessaria per la realizzazione degli occhiali.
La gradazione della lente è espressa in diottrie, un’unità di misura apposita, da non confondere con i decimi della vista!
Facciamo chiarezza:
L’ACUITA’ VISIVA (visus o acutezza visiva) rappresenta l’unità di misura di quanto si vede, ossia con quale livello di definizione l’occhio è in grado di vedere i più fini particolari di un oggetto che sta fissando. Valuta l’efficienza visiva.
Il DECIMO è l’unità di misura che in Italia viene utilizzata per valutare l’acuità visiva. Con i decimi si indicano il numero di righe dell’ottotipo (la tabella utilizzata per la sua misurazione) che si è in grado di leggere ad una distanza fissa da esso. Convenzionalmente, un occhio normale vede dieci decimi.
In ottica la DIOTTRIA è l’unità di misura del potere rifrattivo di una lente da anteporre all’occhio per permettergli di sfruttare al meglio la sua capacità visiva.